venerdì 17 febbraio 2017

Roma caput mundi , AMA Roma non ama Roma




Ci risiamo, ancora una volta Roma si ritrova sotto la lente d’ingrandimento per le inadeguatezze della nuova amministrazione Comunale capitolina.

A farne le spese tanto per cambiare i cittadini della capitale che nel momento più difficile da affrontare, come quello del lutto, si dovranno confrontare con una assegnazione “leggera” di un appalto complesso e significativo per l’esecuzione dei servizi funebri e cimiteriali del Comune di ROMA.

Spieghiamo: all’interno del Comune di Roma esiste la ONORANZE COMP. A.M.A. agenzia ufficiale del Comune di Roma con unica sede all’interno del Comune stesso che fornisce in tutto e per tutto la possibilità di trasporti, funerali completi, manifesti, concessioni e operazioni cimiteriali garantendo  mezzi Mercedes e tariffe trasparenti e inferiori alla media del mercato romano.

Ora cosa succede: AMA decide correttamente di rifare il bando per l’esternalizzazione dei suoi trasporti funebri dopo anni ed anni di proroghe sulla scadenza naturale della prima assegnazione pubblica un bando formulandolo sin dall’inizio in modo superficiale (forse) omettendo di introdurre la condizione di limitare la partecipazione ai soli produttori di servizi, escludendo gli operatori funebri che in caso di vittoria avrebbero senz’altro una posizione dominante nei confronti dei propri colleghi, vedendosi consegnare su un piatto d’argento 1300/1500 servizi funebri senza fare il minimo sforzo e raccogliendo i frutti di un albero non coltivato da loro.

Morale della favola: vince (guarda caso) un operatore funebre, ma non fa in tempo neanche a pulirsi le suole delle scarpe sullo zerbino d’ingresso degli uffici Comunali AMA che subito viene decisa dalle alte sfere una sorta di “autosospensione” all’affidamento di tali servizi.
Decisione figlia probabilmente di un tempestivo ricorso al TAR in quanto parrebbe che i requisiti richiesti per la partecipazione al bando non fossero stati soddisfatti dal vincitore.
Cosa che se dovesse corrispondere alla verità farebbe pensare all’Andreottiana maniera che pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.
AMA decide ufficialmente temporaneamente di sospende i propri servizi al pubblico dando come motivo all’utenza il rinnovo del proprio parco macchine (speriamo non lo facciano veramente visto che l’intenzione era quello di esternalizzarlo).

In tutto questo il Comune interpellato non da alcuna risposta.
I soliti ignoti di Federcofit  intanto il giorno 9 Febbraio indicono a Roma un’assemblea, convocando TUTTI gli imprenditori del territorio. Se ne presentano circa una sessantina tra imprenditori e centri servizi tutti mediamente incazzati.

Federcofit raccoglie tra i presenti il malcontento e i suggerimenti di come intervenire in una situazione imbarazzante come questa;  tuttavia dobbiamo registrare anche un manifestato disinteresse generale (esclusi i partecipanti) difronte alla possibilità di consegnare le chiavi della città in mano ad un solo soggetto, indipendentemente da chi sia, non prendendo in seria considerazione i grossi rischi di distorsione del mercato che si potrebbero configurare in un prossimo futuro.

Arrivati a questo punto ci dobbiamo augurare che questo atteggiamento sia figlio di un congenito menefreghismo perché tanto prima o poi qualcuno fa qualcosa.

Non pretendiamo di essere noi il principe azzurro che fa risvegliare dal letargo una indifferente e narcotizzata  principessa,  ci aspettavamo che davanti ad una tal malversa situazione si creasse una dura opposizione e si proponessero soluzioni a chi vi ha aperto le braccia senza porre condizioni o vincoli di nessuna natura come ha fatto la nostra Federazione, ma questa evidentemente è un’altra storia.



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